D. Brancato, Lo studio Credence: dobbiamo cambiare l’approccio alla nefropatia diabetica?

Background

Nonostante i farmaci bloccanti il sistema renina-angiotensina (ACE inibitori e sartani) siano efficaci nella protezione renale delle persone con DMT2, tale patologia continua a rappresentare, nel mondo, la principale causa di insufficienza renale cronica (IRC).

D’altra parte, gli inibitori del cotrasportatore 2 sodio-glucosio (SGLT2-I) si sono mostrati, nei trial con outcome primari cardiovascolari, efficaci nel migliorare anche gli outcome renali.

Metodologia dello studio

Lo studio CREDENCE (Canagliflozin and Renal Events in Diabetes with Established Nephropathy Clinical Evaluation) (1) è uno studio randomizzato e controllato, in doppio cieco, effettuato allo scopo di valutare gli effetti del canaglifozin (un farmaco appartenente alla classe degli SGTL2-I) sugli outcome renali, su 4401 pazienti con DMT2 e malattia renale cronica macroalbuminurica (filtrato glomerulare, o GFR, compreso tra 30 e 90 ml/min/1.73 m2 e rapporto albuminuria/creatininuria, o UACR, compreso tra 301 e 5000), e che già assumevano un ACE-inibitore o un sartano, randomizzati ad assumere canaglifozin 100 mg/die o placebo. L’outcome primario composito comprendeva insufficienza renale terminale (dialisi o trapianto renale o GFR < 15 ml/min/1.73 mt2), raddoppio della creatininemia, mortalità da cause renali o cardiovascolari.

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Davide Brancato – davide.brancato@libero.it