Il Dott. Leonardo Russo commenta “Repurposing and clinical attributes of antidiabetic drugs for the treatment of neurodegenerative disorders”

Sempre più seguita e confermata è la stretta correlazione che esiste tra malattie neurodegenerative e patologia diabetica. È stato ormai ampiamente confermato negli anni come il rischio di neurodegenerazione sia aumentato nelle persone con diabete mellito di tipo 2 e che patologie quali il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la malattia di Huntington, la sclerosi laterale amiotrofica e altre forme di patologie neurodegenerative, caratterizzate dalla progressiva perdita del patrimonio neuronale, sia favorita da un lato dalla carenza di insulina, dall’altro dalla ridotta capacità di attivazione del segnale insulinico e dalla conseguente resistenza alla stessa, in grado indurre alterazioni nel funzionamento neuronale del cervello. L’enzima implicato nella degradazione dell’insulina (IDE) svolge un ruolo significativo nel metabolismo della.proteina amiloide β, nell’aggregazione e nella deposizione di aggregati proteici nelle regioni neuronali ippocampali e corticali del cervello.
L’ attivazione del segnale insulinico tramite l’attivazione di IP3 sovraregola l’IDE e potrebbe essere un approccio promettente in grado di favorire e giustificare la progressione della neurodegenerazione. L’utilizzo di farmaci antidiabetici esistenti come la metformina, gli inibitori della DPP-4, i tiazolidinedioni, i peptidi simili al glucagone (GLP-1), gli inibitori del co-trasporto sodio-glucosio-2 (SGCT-2) e l’insulina potrebbe rappresentare un’alternativa efficace nella strategia di gestione terapeutica della neurodegenerazione attraverso la modulazione del segnale dell’insulina, della resistenza all’insulina, dell’attività IDE, dello stress ossidativo, della disfunzione mitocondriale, di un migliore assetto lipidico sierico e della neuroinfiammazione nel cervello. I farmaci antidiabetici riducono il rischio di neuroinfiammazione, stress ossidativo e deposizione di Aβ aumentando il tasso di eliminazione della stessa. Inoltre, il trattamento con metformina ha attivato la via AMPK e ha soppresso l’espressione delle proteine ​​mTOR e BACE-1 nel modello di topi indotto da APP/PS1. Lo scopo di questa revisione è indubbiamente quello di studiare e approfondire il legame tra T2DM e disturbi neurodegenerativi e il possibile ruolo di vari farmaci antidiabetici nella gestione dei disturbi neurodegenerativi.

(Leonardo Russo)

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